ALTITUDINE
La prima lettera dell’“alfabeto Trentodoc” introduce una preziosa risorsa in termini di qualità. Sì, perché in Trentino il 70% del territorio sta sopra i 1.000 metri sul livello del mare e la vite viene coltivata fino a 800 metri: fattore unico e distintivo poiché nessun altro spumante metodo classico può vantare vigneti a tali altitudini con un consistente numero di bottiglie totali prodotte. E immaginatevi di che panorami possono godere queste vigne, che danno origine a bollicine uniche, vere e proprie bollicine di montagna.
BRUT
L’aggettivo “Brut” indica il dosaggio del prodotto finito: tra i 6 e i 12 grammi litro di residuo zuccherino per litro. Secondo disciplinare Trentodoc può essere brut nelle versioni Senza Annata, Millesimato o Riserva, bianco o rosato. Trentodoc Brut è uno spumante secco, immediato, dove appare, fin dal primo sorso, il territorio di provenienza, la sua versatilità negli abbinamenti e la sua complessità.
CASE SPUMANTISTICHE
Le case spumantistiche associate all’Istituto Trento Doc sono 67: grandi e piccole realtà, unite da un unico comun denominatore: la qualità. Ognuna di loro produce bollicine di montagna, rispettando le norme previste dal disciplinare di produzione con l’impiego di uve di provenienza esclusivamente trentina e secondo il metodo della rifermentazione in bottiglia. Se aggiungiamo poi la loro passione, il loro impegno e un territorio particolarmente vocato il risultato è…Trentodoc!
DOC
Denominazione di origine controllata. Un’importante certificazione in ambito enologico che garantisce la qualità del processo di produzione e l’origine del prodotto. Unito al nome della città madre degli spumanti di montagna, il suffisso DOC dà vita alla D.O.C. Trento, la prima ad essere riconosciuta in Italia nel 1993, una fra le prime al mondo.
Qualità, origine e territorio. Questo è lo spumante Metodo Classico Trentodoc.
EXTRA BRUT
Un Trentodoc si definisce Extra Brut quando la quantità zuccherina finale in bottiglia è compresa tra 0 e 6 grammi per litro. Oltre al dosaggio, determinato dall’enologo e dal produttore, gli altri “ingredienti” della ricetta di questo spumante Metodo Classico sono quelli imposti dal disciplinare di produzione, che fissa severi canoni e controlli lungo tutta la filiera. L’Extra Brut piace per il suo carattere secco, deciso. Dedicato a palati amanti di bollicine non convenzionali.
FERMENTAZIONE
È, in generale, il processo attraverso cui si produce il vino e, nel nostro caso più specifico, quello per cui si sviluppa l’anidride carbonica in bottiglia, il perlage, durante il riposo in cantina sui lieviti. Per questo si dice che Trentodoc, e più in generale il Metodo Classico, è un vino, o con fermentazione in bottiglia o a doppia fermentazione! Le bollicine sono quindi frutto della rifermentazione, che ha un nome preciso. Quale? Ve lo spiegheremo alla lettera P!
GABBIETTA
G come gabbietta. Sapete che cos’è? E’ il fil di ferro intrecciato che insieme alla capsula metallica, si trova sopra al tappo di sughero di ogni bottiglia di Metodo Classico. Serve a mettere in sicurezza il vino e fare in modo che il tappo di sughero non scappi via, accidentalmente. Al momento dell’apertura di un Trentodoc, serve molta attenzione e cura: pensate che la pressione in bottiglia può oscillare da un minimo di 3,5 a un massimo di 5 Bar… a confronto, le gomme di un’autovettura hanno una pressione molto più bassa: circa 2 Bar!
HOSPITALITY
Con la lettera H ci viene in mente una sola parola: Hospitality. Cosa c’entra con lo spumante Metodo Classico? L’ospitalità è uno dei fiori all’occhiello delle case spumantistiche Trentodoc. Accolgono con piacere gli ospiti nelle loro cantine e nei vigneti e amano proporre e spiegare a chi lo desidera l’eccellenza delle bollicine di casa. Una visita in cantina, fra colori, sapori e profumi del nostro Trentino, è un’esperienza da non perdere…
IMBOTTIGLIAMENTO
La lettera I è dedicata a una delle fasi più importanti di produzione del Metodo Classico. Il vino “base” (ottenuto da uve Chardonnay e/o Pinot nero e/o Pinot bianco e/o Meunier) viene imbottigliato e vengono aggiunti lieviti e zuccheri (lo “sciroppo di tiraggio”). Le bottiglie – chiuse con tappo a corona – vengono sistemate poi orizzontalmente nelle fresche e buie cantine delle case spumantistiche, dove riposano ad una temperatura costante di 11-13°C per un minimo di 15 mesi (ma anche oltre 10 anni). È qui che inizia l’attesa, è qui che inizia la magia… quella della rifermentazione con la “presa di spuma”, cioè la nascita dell’anidride carbonica, che nel calice noi chiameremo “perlage”.
LIEVITI
L come Lieviti. Che ruolo svolgono nella produzione del Metodo Classico? Sono responsabili della fondamentale rifermentazione del vino base, sviluppano l’anidride carbonica (le bollicine!) e ampliano la gamma dei profumi durante la presa di spuma. Terminata la loro azione, si depositano nella bottiglia per essere successivamente eliminati (vi spiegheremo come nelle prossime lettere dell’alfabeto). Per ottenere un Trentodoc è necessario che i lieviti rimangano a contatto con il vino a lungo, con il compito di contribuire ad arricchirlo e affinarlo.
Attesa e pazienza, ecco il segreto per un Trentodoc d’eccellenza.
MILLESIMATO
M come Millesimato, la tipologia di Trentodoc che si ottiene, secondo disciplinare, dopo 24 mesi di permanenza sui lieviti (vedi lettera L).
Il termine deriva da “millesimo” e indica l’anno di vendemmia dell’uva, che viene riportato in etichetta. Contraddistingue gli spumanti Metodo Classico ottenuti con i vini derivati da una singola unica annata. Il millesimato viene prodotto in annate speciali e importanti. Un brindisi con Trentodoc Metodo Classico millesimato ha un sapore unico, per un’annata da ricordare!
NATURA
N come natura, dove tutto ha origine. La sua generosità regala al Trentino caratteristiche uniche per la produzione di Metodo Classico.
Trentodoc è la diretta espressione di una straordinaria conformazione geologica, dell’altitudine, della varietà climatica e l’esposizione al sole. L’abilità e l’amore dei viticoltori trentini e la dedizione delle case spumantistiche fanno tutto il resto.
LE “O” DI TRENTODOC
Le due “O” del marchio collettivo Trentodoc, nato nel 2007, rappresentano uno dei passaggi fondamentali del Metodo Classico, ossia il remuage. L’operazione consiste nel ruotare periodicamente le bottiglie per muoverne delicatamente i lieviti in esse contenuti, portandoli pian piano verso il collo della bottiglia. I residui vengono successivamente eliminati nella fase di sboccatura. Originariamente questa operazione veniva eseguita manualmente, oggi le case spumantistiche si possono servire anche di strumenti automatici.
PRESA DI SPUMA
La “Presa di Spuma” è un’altra fase importante del processo di spumantizzazione del Metodo Classico. Al vino base viene aggiunto lo sciroppo di tiraggio (liqueur de tirage), una miscela di lieviti e zuccheri che danno il via alla seconda fermentazione in bottiglia. Questo processo porta il vino base ad arricchirsi di alcol e anidride carbonica, generando il fine perlage che si vede quando Trentodoc viene versato nel calice. Durante questo periodo le bottiglie vengono accatastate orizzontalmente, al buio e al fresco e sviluppano al loro interno una pressione di circa 6 atmosfere.
QUALITÀ
Un clima particolare, un territorio unico al mondo, il Trentino e le sue montagne. Ecco come la natura aiuta a creare la qualità di Trentodoc. Ma il territorio da
solo non basta: per produrre ottime bollicine di montagna, serve la capacità degli enologi, la loro passione e la loro pazienza. È anche per questo che Trentodoc viene riconosciuto oggi, dai critici di tutto il mondo, dalle guide più prestigiose e dai più importanti concorsi enologici.
RISERVA
I mesi necessari affinché Trentodoc possa essere definito “Riserva” sono, secondo disciplinare, almeno 36. Tuttavia, con grande impegno, i produttori allungano di molto questo periodo, che può arrivare ad estendersi fino anche a dieci anni e oltre, a tutto vantaggio del prodotto finale. Ciò è possibile in quanto le uve presentano spiccata acidità, grazie alle escursioni termiche cui sono sottoposte, rappresentando la migliore garanzia per la capacità di evoluzione e resistenza del vino nel tempo. Il risultato è la grande struttura e corposità e profumi evoluti e intensi: di mela matura, frutta secca come noci, nocciole e marroni, canditi, agrumi, miele, talvolta ananas e delicate note di pasticceria. I Trentodoc Riserva hanno l’obbligo di riportare nell’etichettatura l’annata di produzione delle uve.
SBOCCATURA
Nella produzione di metodo classico, la sboccatura consiste nell’eliminazione dei lieviti esausti che durante il riposo in cantina e il remuage, hanno terminato il loro compito e si sono depositati nel collo della bottiglia. Come si esegue questa operazione?
– Al ghiaccio (à la glace): si gela il collo della bottiglia e si fa saltare il tappo – metodo meccanico
– Al volo (à la volée): si stappa la bottiglia manualmente – metodo manuale.
Dopo la sboccatura, si procede al rabbocco della bottiglia con vino di pregio e zuccheri. Ogni casa spumantistica ha la sua ricetta e rifinitura segreta, caratteristica importante per la personalità di ogni Trentodoc.
TERRITORIO
Il Territorio non è solo un insieme di caratteristiche naturali, fisiche, chimiche, geografiche e climatiche. Contribuisce alla realizzazione di un vino rendendolo maggiormente identificabile. Ecco cosa significa “vino legato al territorio”. Ecco cosa significa il legame fra Trentino e Trentodoc.
UVAGGIO
Questo termine indica la miscela di uve che può comporre un vino. Il vino base, che viene lavorato secondo il Metodo Classico per diventare Trentodoc, può essere composto, al 100% o in percentuali diverse, secondo il disciplinare di produzione, solo da ognuno dei seguenti vitigni: Chardonnay, Pinot nero, Pinot bianco e Meunier.
VITIGNI
Secondo il disciplinare sono quattro i vitigni che possono essere utilizzati per produrre Trentodoc spumante Metodo Classico. Il più usato in Trentino è soprattutto lo Chardonnay, che dona finezza, longevità e carica aromatica, ma anche il Pinot nero, un vitigno antico che richiede una coltura motlo attenta e conferisce eleganza, corpo e struttura. Meno usati, ma presenti, sono il Pinot bianco, che dona agli spumanti aromi fruttati, e il Meunier, che bilancia le note acide ed è apprezzato per la sua capacità di adattamento a diverse condizioni climatiche.
ZUCCHERI
Gli zuccheri sono i protagonisti di due fasi del processo di produzione di Trentodoc Metodo Classico.
La prima fase consiste nell’aggiunta di zuccheri e lieviti selezionati al vino fermo base che poi viene imbottigliato, dando il via alla seconda fermentazione in bottiglia. La seconda, dopo la fase di sboccatura, quando si rabbocca la bottiglia con un mix composto da vino di pregio e zuccheri. Si tratta della “liqueur d’éxpedition”, la cui esatta composizione è un prezioso segreto di ciascuna casa spumantistica e rende unica ogni bottiglia di Trentodoc.