L’unicità del territorio trentino incontra una tradizione lunga oltre un secolo: questa è la perfetta sintesi per parlare di metodo classico Trentodoc. La ricetta? Uve di qualità, precisione, esperienza, impegno, costanza e tempo.
Una storia ultracentenaria
In Trentino si fa vino da sempre: le prime testimonianze risalgono al 3.000 a.C.. La storia dello spumante metodo classico ha inizio a metà 1800, ma fu dai primi del 1900 che la geniale intuizione di un giovane trentino diede il via a una tradizione che porterà il metodo classico trentino ad altissimi riconoscimenti.
Il suo nome era Giulio Ferrari, enologo dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige –oggi Fondazione Mach– e il suo merito è stato quello di notare, durante i suoi viaggi oltralpe, la somiglianza orografica e climatica fra la Champagne e il Trentino. Perché non provare a produrre uno spumante trentino? Era il 1902.
Da allora il processo di spumantizzazione è stato adottato da un numero crescente di viticoltori, oggi fieri produttori di Trentodoc, bollicine di montagna. Grazie al continuo supporto della Fondazione Mach e ai costanti sviluppi della viticoltura trentina, il metodo classico ottiene nel 1993 il riconoscimento della D.O.C. -denominazione di origine controllata- Trento, un’importante certificazione che garantisce la qualità del processo di produzione e l’origine del prodotto.
Primo in Italia per uno spumante metodo classico, uno dei primi al mondo.
Il metodo classico Trentodoc
Uno degli elementi distintivi dello spumante Trentodoc è il suo metodo di produzione denominato “classico” le cui fasi di produzione sono:
Solo così nasce un Trentodoc.