Non ci sono vigneti Trentodoc senza viticoltura sostenibile.
Tutte le case spumantistiche seguono un “Protocollo d’Intesa” sottoscritto nella seconda metà degli anni ottanta che riduce al minimo – se non addirittura annulla – l’impatto delle viticolture sull’ambiente.
Fra i principi sanciti, l’utilizzo di concimi organici, l’inerbimento dei vigneti nel modo più naturale possibile, la confusione sessuale e la lotta ai parassiti affidata agli uccelli che si nutrono di insetti fra le viti.
Anche il fabbisogno d’acqua destinato all’irrigazione dei vigneti è controllato e razionalizzato in base alle caratteristiche dei terreni e alle condizioni metereologiche. Grazie a studi e sperimentazioni condotte con il supporto di Fondazione Mach, i viticoltori trentini hanno dimostrato come la biodiversità sia possibile anche nei territori di montagna. In sintesi, viticoltura sostenibile è sinonimo di grande rispetto per la natura e per i suoi ritmi, che permette di limitare gli interventi dell’uomo e ridurre così al minimo i residui sulle uve.
BIOLOGICO COME VITICOLTURA DI QUALITÀ
È in continuo aumento la superficie di vigneto biologico in Trentino, naturale conseguenza dell’attenzione e della responsabilità delle case spumantistiche verso il territorio.